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San Bernardo
La Thuile e antiche testimonianze

Testimonianze di antiche civiltà, orme di uomini d’altre epoche, al Colle del Piccolo San Bernardo presso il sito archeologico si possono ammirare le numerose vestigia di un passato che ha visto protagonisti Celti, Salassi, Romani. Questa terra di confine a 2.200 m di altitudine è dominata dalla magia ancestrale del Cromlech, uno dei rari cerchi megalitici presenti in Italia. Si compone di 46 pietre, infisse verticalmente nel terreno a una distanza dai 2 ai 4 metri, che descrivono un ampio circolo, del diametro di circa 72 metri, di verosimile periodo preceltico (3000 a.C.). Gli studi, ancora in corso, non hanno chiarito la funzione del Cromlech, anche se è molto probabile, che per la forma e l’orientamento fungesse da osservatorio astronomico, con un primato, quello dell’altitudine. Questo monumento preistorico potrebbe essere collegato ad altre costruzioni megalitiche presenti in Valle d’Aosta, in particolare a un’area molto estesa che si trova nella città di Aosta.

Alpis Graia importante e antica via di transito

I Salassi, tribù celtica della Valle d’Aosta, attrezzarono il Colle del Piccolo San Bernardo per comunicare con i Centurioni, loro cugini della Tarantasia e si racconta sia stato utilizzato anche dall’armata di Annibale per attraversare le Alpi. Quel che è certo è che i Romani, nel 45 a.C. costruirono, su ordine di Giulio Cesare una strada che dalla capitale imperiale, Milano, portava alla capitale delle Gallie, Lione. Questa via di comunicazione fu chiamata Alpis Graia, in epoca medievale, parte del tracciato era sovrapposto alla via Francigena. Dal 1900 invece coincide le SS 26.

Sempre ad opera dei Romani sono le mansiones una in territorio italiano, l’altra in quello francese. Le mansiones prevedevano una corte centrale su cui si affacciavano una serie di ambienti utili al riposo di uomini ed animali. La mansio orientale, quella in territorio italiano, presenta i resti di un fanum, un piccolo tempio di forma quadrangolare, di culto tipicamente gallico. Dopo l’ex Dogana francese, sulla destra, si ritrova l’altra mansio, forse un santuario dedicato al dio protettore dei soldati posto a protezione dell’Alpis Graia. La columna Jovis, anch’essa simbolo della presenza romana, si erge poco più avanti e reca alla sommità una statua di Bernardo, ovviamente non coeva. Segna il culmine (2.188 m) e, forse munita di una lanterna, servì per quasi due millenni a indicare il cammino ai viandanti. Il suo nome evoca quello di Giove, divinità suprema dominante e onnipotente sulle cime alpine.

Questa zona archeologica può essere scoperta anche attraverso numerosi itinerari guidati, di diversa durata. 

Ospizio

Che il Colle del Piccolo San Bernardo fosse una importante via di transito è testimoniato anche dalla presenza dell’ Ospizio, edificio fatto erigere intorno all’anno 1100 da Bernardo, Arcidiacono di Aosta. L’Ospizio del Piccolo San Bernardo, gestito negli ultimi secoli dai frati dell’Ordine Mauriziano, fu ripetutamente distrutto durante le guerre e abbandonato dopo il secondo conflitto mondiale. Oggi ospita l’ufficio internazionale di Informazioni Turistiche e il Museo della Storia del Colle, della Valdigne e della Savoia.



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